Recensione di "Siglò" di Ragnar Jònasson


Buongiorno! Oggi vi illustro un romanzo che ho acquistato durante la mia vacanza in Islanda, scritto da un autore originario proprio di quest’isola. Sto parlando di Sigló di Ragnar Jónasson, che fa parte della serie Les enquêtes de Siglufjördur.

Genere: noir
Anno di pubblicazione: 2020
Editore: Éditions de La Martinière 

Ci troviamo a Siglufjördur (Sigló), un piccolo villaggio di pescatori situato sulla costa settentrionale dell’Islanda, dove abita il nostro protagonista, il giovane ispettore Ari Thòr Arason, separato dalla compagna e padre di un bimbo di tre anni.

Una notte viene trovato il cadavere di Unnur, una ragazza di diciannove anni, caduta dal balcone di una palazzina; non si capisce se si tratta di un suicidio, di un omicidio o di un incidente, così viene aperta un’indagine. Ari inizia a interrogare gli abitanti del condominio dove è avvenuta la tragedia, i genitori e i conoscenti della vittima, scoprendo che Unnur era un’adolescente tranquilla, assai concentrata nello studio, senza grandi amicizie; ma è probabile che, dietro il suo aspetto di ragazza semplice e genuina, si nascondesse un lato ignoto di cui nessuna era a conoscenza.

Ari si impegna anima e corpo per fare luce sui vari enigmi che gli si presentano davanti; uno di questi è un signore anziano, chiuso in una casa di riposo e affetto da morbo di Alzheimer, che ha riempito una parete della sua stanza con la scritta “È stata uccisa”. Potrebbe esserci un collegamento con la morte di Unnur? Il vecchio sa qualcosa che altri ignorano, oppure i suoi sono solo deliri? Nel frattempo, sul villaggio sta per abbattersi una tempesta di neve che potrebbe paralizzare tutto e complicare l’indagine.

Devo ammettere che non conoscevo nessun autore islandese. A Reykjavik avevo scovato per caso una libreria e non avevo resistito alla tentazione di esplorarla. C’erano vari libri di autori islandesi, alcuni tradotti in inglese o in francese, e Sigló è quello che mi aveva attirato maggiormente.

Come appassionato di storie poliziesche, sono felice di aver conosciuto un altro scrittore di tale genere letterario. Anche se non mi ha entusiasmato come altri noir che ho letto, il romanzo è decisamente avvincente, scritto con uno stile abbastanza fluido, impregnato di un’atmosfera cupa e malinconica. Ho gradito la raffigurazione dei luoghi e, anche se non ho visitato Siglufjördur,  ho avuto l’impressione di essere tornato al viaggio di quest’estate, di ripercorrere le strade delle città islandesi, di percepire l’odore del mare e il freddo tipico di quei luoghi.

Sono entrato molto in empatia con Ari, che è un uomo serio e competente nel lavoro che svolge, e al contempo è un papà affettuoso. Quando la sua ex compagna e il suo pargolo tornano dalla Svezia per trascorrere la Pasqua a Siglufjördur, egli cerca di equilibrare il più possibile due impegni, ovvero portare a termine l’indagine e trascorrere del tempo con il figlio. Ari rappresenta l’immagine dei padri a cui, in caso di separazione, tocca il destino peggiore, cioè vedere poco i propri figli.






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