Recensione di "Segnale assente" di François Morlupi


Buongiorno! Oggi vi parlo dell’ultimo romanzo di una pentalogia poliziesca ambientata a Roma. Rispetto ai quattro libri precedenti, qui ci addentriamo nel mondo della droga, nei disagi dei giovani e nelle difficoltà del rapporto genitori-figli. Mi riferisco a Segnale assente di François Morlupi.


Genere: noir

Anno di pubblicazione: 2025

Editore: Salani



Tornano i Cinque di Monteverde, una squadra di poliziotti composta dal commissario Biagio Maria Ansaldi, il vice ispettore Eugénie Loy, e gli agenti scelti William Leoncini, Roberto Di Chiara ed Eliana Alerami. In questo episodio il team affronta un’indagine bizzarra e alquanto sconvolgente che parte dal ritrovamento, sul tram 8, del cadavere di un adolescente che aveva con sé uno zaino contenente pasticche di MDMA. L’aspetto più insolito è che il ragazzo era lì da ore e nessuno si era accorto che era deceduto. Come è possibile? L’indifferenza della gente ha raggiunto  livelli così alti?

L’investigazione si rivela pari a un sentiero con tante diramazioni che conducono in luoghi ignoti, o a un rompicapo in cui è difficile trovare pezzi che combaciano. In aggiunta a ciò, un altro ragazzo viene trovato morto (anch’egli aveva con sé una notevole quantità di MDMA), mentre un altro finisce in ospedale dopo un tentativo di fuga. Cosa nasconde? 

Tra interrogatori, ricerche, testimonianze, messaggi e dati frammentati, i cinque si ritrovano a collaborare con la squadra del quartiere Laurentino e a combattere con un gruppo di mafiosi. Quali conseguenze ci saranno? Riusciranno a scovare la provenienza degli stupefacenti e il colpevole degli omicidi? 

Con questo libro si conclude, almeno per adesso, la serie dei Cinque di Monteverde, e ammetto che un pochino mi dispiace perché mi ero affezionato a questi personaggi e alle loro missioni. Inoltre, sul finale del romanzo ognuno prende una decisione allo scopo di apportare un importante cambiamento alla propria vita, e quindi una prosecuzione ci starebbe bene.

In ogni caso, per la quinta volta Morlupi mi ha entusiasmato; è stato notevolmente abile nella costruzione di una storia avvincente, ricca di misteri ed enigmi che stimolano in continuazione la curiosità del lettore, invogliandolo a formulare una miriade di ipotesi. Lo stile è scorrevole e per niente noioso, i personaggi sono caratterizzati con precisione, ciascuno con una personalità che risalta, e i luoghi sono descritti con i dettagli necessari. Tra l’altro, l’autore ha scelto di trattare un argomento attuale e delicato, ovvero il rapporto dei genitori con i figli adolescenti; al giorno d’oggi, a causa di fattori come i social network e la tecnologia, i giovani tendono a isolarsi, si rifugiano nel loro mondo e comunicano poco con i genitori. Di conseguenza, questi ultimi si sentono abbattuti e non hanno idea di cosa combinano i figli.

Un’ulteriore qualità che ho apprezzato è l’inserimento di una vicenda del passato, della quale, verso la fine, si rivela la connessione con gli avvenimenti del presente, e ciò mi ha ricordato i romanzi di Camilla Läckberg.





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