Recensione di "Orbital" di Samantha Hervey


Buongiorno! Oggi vi illustro Orbital di Samantha Harvey, un romanzo singolare che mi ha ricordato in parte il film Passengers, e mi ha condotto in un itinerario nello spazio profondo, dove incantarsi di fronte alla vastità e alle bellezze dell’universo è alquanto facile.


Genere: narrativa filosofica

Anno di pubblicazione: 2025

Editore: NN Editore



La vicenda si svolge all’interno di una stazione spaziale che orbita intorno alla Terra; in essa ci sono sei astronauti di nazionalità differenti che si trovano in un ambiente privo di forza di gravità e vivono una routine caratterizzata da osservazioni, esperimenti, condivisione di aspetti della loro vita, esercizi per contrastare l’atrofia muscolare e ossea. Ognuno si porta dietro dolori, problemi e disagi, si perde in pensieri e riflessioni sulla vita e sul mondo, contempla il pianeta azzurro da una distanza di diversi anni luce, dove un tifone minaccia devastazione in Asia Orientale.

Ad un certo punto della missione i sei astronauti si sentono come se fossero le parti di un corpo: Pietro la mente, Anton il cuore, Roman le mani, Chie la coscienza, Shaun l’anima e Nell il respiro.

Ammetto che mi aspettavo un romanzo più coinvolgente e con una maggiore quantità di azione. Tuttavia, ritengo che la storia sia profonda ed emozionante, scritta con uno stile fluido. 

Questo testo è una continua cascata di riflessioni, alcune filosofiche, i dialoghi sono pochissimi, e il modo in cui sono descritti l’ambiente e lo svolgimento dei fatti mi ha dato la sensazione di navigare nella via Lattea, immerso in un silenzio rilassante, a contemplare la Terra e gli altri corpi celesti presenti nelle vicinanze. Devo riconoscere che, in alcuni punti, l’ambientazione sembra onirica, al di fuori della realtà.

Per concludere, l’autrice trasmette un messaggio ben evidente, ovvero che, considerando l’estensione dello spazio e del tempo, possiamo essere paragonati a delle foglie trascinate dal vento, e che la nostra esistenza dipende dal futuro che siamo in grado di sognare.

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