Recensione di "Il gioco degli opposti" di François Morlupi

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Quando l’attaccamento alla religione diventa ossessivo e prevale sulla coscienza, si può essere capaci delle azioni più inimmaginabili…


Buongiorno! Oggi vi presento il quarto romanzo di François Morlupi, Il gioco degli opposti, che è il seguito di Formule mortali; in entrambi vediamo come protagonisti i Cinque di Monteverde, una squadra di poliziotti contraddistinta da unione, collaborazione, tenacia e capacità.


Genere: noir

Anno di pubblicazione: 2024

Editore: Salani


I pochi sopravvissuti, liberati dalla schiavitù del sapere scientifico, economico, filosofico, avrebbero infine vissuto in armonia con il creato, nutrendosi dei naturali prodotti della terra, ottenuti senza violentare piante e animali.


Nel libro precedente la squadra era stata coinvolta in una complessa e inquietante indagine in cui una setta di fanatici religiosi ultracattolici, guidata da un capo super potente che si fa chiamare Alpha e Omega, eseguiva brutali omicidi con uno sfondo rituale, e lasciava sulle scene delle formule scientifiche. La risoluzione del mistero e la cattura dei colpevoli aveva reso necessario un soggiorno in Corsica da parte di due agenti. 

Purtroppo tale società segreta possiede multiple cellule, sparse in vari stati d’Europa. Infatti, in questo nuovo romanzo, essa torna a colpire, inscenando delitti inumani ai confini della crudeltà umana, e ai Cinque di Monteverde spetta un’investigazione tortuosa e colma di insidie, una lotta contro il tempo per uscire da un enorme e intricato labirinto, che costringe il commissario Ansaldi e il vice ispettore Loy a recarsi a Sofia, in Bulgaria, e collaborare con l’ispettore Dimitrov e il suo sottoposto Bakalov. 

La squadra a Sofia e quella a Roma (formata dagli agenti Leoncini, Di Chiara e Alerami) si cimentano in questa indagine, cercando di trafiggere e dissolvere, in tutti i modi possibili, la corposa nebbia di enigmi che avvolge gli avvenimenti. Tra indizi bizzarri, minacce, messaggi in codice, video raccapriccianti e il rapimento del vice ispettore Loy, i poliziotti lavorano instancabilmente, come guerrieri in una battaglia senza frontiere, sacrificando il riposo e la salute. Fino a dove condurrà questa investigazione? A quali pericoli stanno andando incontro gli agenti? Alpha e Omega sarà catturato o riuscirà a scappare?

Come negli altri tre romanzi, Morlupi riesce a coinvolgere e ad emozionare il lettore, creando un’atmosfera di alta tensione che alimenta la curiosità, invoglia a continuare e dà la sensazione di trovarsi nella storia e seguire le ricerche. In aggiunta a ciò, apprezzo molto la squadra che l’autore ha voluto creare, in cui ogni componente ha le sue caratteristiche uniche: il commissario Biagio Maria Ansaldi è un uomo di mezza età, ansioso e ipocondriaco, amante dell'arte e della letteratura, il vice ispettore Eugénie Loy è una giovane donna che, a causa di un trauma, si è circondata di una corazza di freddezza, apatia e distacco che la fa sembrare priva di sentimenti, l'agente Eliana Alerami, la nuova recluta, è una ragazza sofisticata, energica e determinata a dare il massimo nel suo lavoro, e infine gli agenti William Leoncini e Roberto Di Chiara, due giovani uomini uniti da un piacevole rapporto di amicizia, caratterizzato da bonarie sbeffeggiature, e soprannominati Ringo Boys; il primo è uno a cui piacciono le conquiste e il divertimento, e nutre un forte interesse per il periodo nazista, mentre il secondo è un appassionato di calcio e film coreani, e ha una spiccata sensibilità. 

In questo libro un personaggio che risalta parecchio è l’ispettore Dimitrov, il quale raffigura l’antitesi di Ansaldi, poiché è un uomo palestrato, scontroso, razzista, misogino e che disprezza gli animali. È una di quelle persone dal cuore di pietra, odiate e temute al tempo stesso; è un covo di rabbia verso il mondo, abusa del suo potere, e ha la tendenza al dominio. Non a caso, l’ho detestato parecchio, malgrado ammiri la sua audacia.

Credo che il messaggio primario che l’autore vuole trasmettere sia connesso, in particolare, alle conseguenze che la religione ha sulle persone, al modo in cui il cristianesimo riesce a plagiare le menti e a generare addirittura dei mostri spietati (ragione per cui io lo classifico tra i peggiori mali del mondo). Un’immagine allarmante che dovrebbe indurre a riflettere su quanto sia deleterio innalzare la religione a livelli eccessivi.


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