Recensione di "Somewhere beyond the sea" di TJ Klune
Buongiorno a tutti! Oggi vi parlo del secondo volume di una dilogia fantasy che ricorda un po’ il film Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali, dove ci addentriamo in un’abitazione avvolta da incanto e segreti, costruita in un luogo che dà l’impressione di trovarsi in un’altra dimensione. Mi riferisco a Somewhere beyond the sea di TJ Klune.
Genere: fantasy
Anno di pubblicazione: 2024
Editore: Tor Books
Nel primo libro, The house in the cerulean sea, avevamo seguito l’avventura di Linus Baker, un assistente sociale del Dipartimento della Magia Minorile (DICOMY), presso una grande casa situata sull’isola di Marsyas, dove Arthur Parnassus ha creato un rifugio per dei bambini magici rimasti orfani. Alla fine del suo soggiorno, ogni pargolo aveva lasciato un’impronta incancellabile nel cuore di Linus, e tra lui e Arthur era sbocciata una forte attrazione; per tali ragioni, aveva deciso di abbandonare la sua vita solitaria e monotona e di trasferirsi su Marsyas.
In questo episodio, tra Linus e Arthur regna un amore profondo, e i bambini sono ancora più felici della vita che conducono. La situazione sembra perfetta, niente potrebbe rovinare l’atmosfera allegra, almeno fino a quando Arthur, accompagnato dal suo partner, deve allontanarsi per qualche giorno, al fine di rilasciare una testimonianza riguardante il suo passato misterioso e traumatico. Mentre si trovano in città, la coppia conosce David, un un bambino orfano che ha l’aspetto dello yeti, e decide di portarlo all’orfanotrofio, dove viene accolto calorosamente da tutti. Poco dopo sull’isola arriva Harriet Marblemaw, una dipendente del DICOMY, per effettuare un’ispezione. È una donna arrogante, ostile e distaccata che sembra non provare emozioni; potrebbe nascondere qualcosa di malvagio e avere intenzioni differenti rispetto a ciò che afferma.
Arthur e Linus lotteranno come dei guerrieri per proteggere il futuro e ciò che per loro è più importante al mondo, e anche i fanciulli sono pronti a fronteggiare i pericoli.
Se il primo libro mi era piaciuto tanto, questo mi ha entusiasmato ancora di più; Klune è riuscito a dare un seguito eccezionale a questa storia ambientata in un’oasi idilliaca, coinvolgendo il lettore in un viaggio tra avventura, magia, divertimento, tensione e legami affettivi. La scrittura è scorrevole, per niente noiosa, le descrizioni dei luoghi e dei personaggi sono ottimali e hanno permesso alla mia fantasia di creare delle immagini nitide, quasi come se stessi guardando un film.
Ho apprezzato tanto la scelta dell’autore di trattare in maniera peculiare l'importanza di abbattere le discriminazioni verso ciò che appare “diverso” e di affermare l’uguaglianza e la possibilità di non essere costretti a nascondersi.
Ho gradito il modo in cui i personaggi subiscono una sorta di evoluzione sviluppando ulteriormente la loro personalità e le loro capacità. Nel caso di Arthur e Zoe Chapelwhite (la padrona dell'isola), assistiamo anche a una spiccata manifestazione della loro parte magica.
In conclusione, ritengo che Linus e Arthur siano una bellissima coppia, che fosse scritto nelle stelle che erano destinati a incontrarsi, dal momento che ognuno ha regalato all’altro qualcosa che gli mancava, rendendogli la vita più piena e gioiosa. Inoltre, loro due e i bambini formano una famiglia meravigliosa, dove tutti si sentono amati e dove ognuno è libero di essere se stesso. Credo che il messaggio dell’autore fosse proprio questo: non importa come è fatta una famiglia, l’essenziale è che ci siano amore e unione.
Commenti
Posta un commento